Il Sorpasso

C’è una testata quotidiana di grande storia e prestigio che si appresta entro pochi mesi a diventare il primo quotidiano italiano a diffondere più copie digitali che cartacee. Il trend rilevato nei nove mesi del 2013 non lascia dubbi: all’inizio del 2014 dovremmo vedere il sorpasso delle copie digitali del Sole 24Ore rispetto alle copie cartacee.

Andamento degli ultimi nove mesi della percentuale di copie digitali distribuite a clienti paganti sul totale delle copie vendute
Andamento degli ultimi nove mesi della percentuale di copie digitali distribuite a clienti paganti sul totale delle copie vendute

Dall’inizio dell’anno le vendite di abbonamenti alle edizioni digitali dei quotidiani italiani sono cresciute dalle 212mila di gennaio alle 352mila unità del mese di settembre. L’aumento registrato tra gennaio e settembre è quindi pari al 66,1% (aumento medio mensile del 5,8%).

Le prime tre testate per diffusione digitale incrementano la loro quota sul totale delle Digital Edition dei quotidiani, passando dal 65,1% di inizio anno al 68,4% di settembre: oltre due copie digitali su tre sono quindi diffuse da tre soli quotidiani: Il Sole, Il Corriere e La Repubblica.

La dinamica di crescita è però significativamente diversa:

  • Il Sole 24Ore ha visto un incremento di 51mila unità in nove mesi (+111% dall’inizio dell’anno)
  • il Corriere della Sera ha aumentato il numero di copie digitali di 42mila unità (+91% da gennaio a settembre 2013)
  • gli abbonamenti digitali a La Repubblica sono cresciuti di 9.670 unità (+21% in nove mesi)

La buona notizia per l’intero settore è che l’aumento degli abbonamenti digitali compensa la diminuzione delle vendite tradizionali (edicola + abbonamenti). Nei primi nove mesi dell’anno in corso il numero di copie complessive vendute (cartacee + digitali) è rimasto sostanzialmente invariato grazie all’aumento della diffusione delle edizioni digitali.

Tuttavia, con la crescita della distribuzione digitale si produce una forte concentrazione del fenomeno su poche testate: è un segnale che mette in dubbio il fatto che il modello ibrido di distribuzione possa funzionare anche per le testate regionali e di minori dimensioni.

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