In Italia i giovani tra i 15 e i 34 anni sono 12,2 milioni di persone: un segmento spesso poco compreso, che rappresenta non solo il futuro del Paese, ma anche uno dei target più interessanti – e complessi – per chi si occupa di marketing. La loro condizione sociale ed economica, segnata da opportunità ma anche da ostacoli strutturali, non incide soltanto sulle prospettive di lavoro e autonomia, ma si riflette in maniera diretta nei loro stili di vita, nei valori che guidano le scelte e nei comportamenti di consumo.

Istruzione: un ritardo rispetto all’Europa
Solo il 30% dei giovani tra i 25 e i 34 anni possiede una laurea, contro una media europea del 43%. In Paesi come Irlanda o Svezia la percentuale supera il 60%. Un ritardo che pesa sulla competitività e sulle opportunità professionali.
Lavoro e brain drain
Meno della metà dei giovani italiani ha un’occupazione stabile.
Divario generazionale netto: il tasso di occupazione dei 15-24 anni (19%) è quattro volte inferiore a quello dei 25-34 (69,4%) e lontanissimo dal 77,7% dei 35-49.
Fragilità estrema degli under 25: altissima inattività (76,5%), anche al netto della componente studentesca, segna un problema strutturale di inserimento.
Non solo faticano a inserirsi ma negli ultimi 23 anni la popolazione giovanile è calata del 23%, complice la bassa natalità e l’aumento della migrazione. Nel solo 2024 oltre 90.000 giovani hanno lasciato l’Italia, il 30% in più rispetto all’anno precedente.
Autonomia abitativa e partecipazione
I giovani italiani lasciano la casa dei genitori in media a 30 anni, molto più tardi dei coetanei europei.
La partecipazione elettorale è in calo, ma l’interesse non manca: oltre l’80% discute di temi sociali e politici e quasi 2 su 3 seguono influencer che parlano di attualità. Anche le petizioni online e l’attivismo digitale sono sempre più diffusi.
Salute mentale
Più di 1 giovane su 2 dichiara di soffrire di ansia o depressione. Circa 1 su 3 ha sperimentato attacchi di panico e quasi 1 su 5 disturbi alimentari. Le donne risultano più colpite rispetto agli uomini.
Fonti: Istat, illsole24ore, demo.istat.it/, Eurostat, Euronews, Eures Censis e Osservatorio sui giovani