La diffusione dell’informazione di attualità

La comprensione di come la Rete ha cambiato l’offerta e l’accesso all’informazione di attualità è un esercizio che consente di interpretare con lucidità il ruolo dell’online nella trasformazione di molti ambiti della società e dei comportamenti delle persone. L’impressione di quanto è successo nel settore dell’informazione di attualità negli ultimi 20 anni è notevole: c’è stato un cambiamento

  • di strumenti, dalla carta ai monitor
  • di produzione e fruizione dei contenuti, da discreta (quotidiana, settimanale) a continua,
  • di distribuzione del prodotto, dalle edicole al Web, ai social
  • di fonti di ricavo per gli editori, con la crisi di sostenibilità del modello prodotto+pubblicità
  • di format, a seguito della liquefazione del contenuto: da contenitore ben organizzato e studiato come un unicum (il quotidiano per intero e i suoi inserti), alle singole ‘‘storie’’, memi che vivono nei nodi della rete e spesso fuori dal loro contesto originario

Di tutto questo Human Highway si era già occupata con Newsruption, una ricerca realizzata e diffusa al pubblico nel 2015. L’aggiornamento dello studio sui dati del 2019 mette in risalto le tendenze di consumo dell’informazione e il cambiamento del potere informativo dei diversi mezzi. Tutti i dati si riferiscono alla popolazione online di almeno 18 anni di età e sono stati ottenuti da quasi 22.000 interviste condotte in dieci rilevazioni annuali a partire dal 2009.

La somma netta delle persone che alimentano la domanda di informazione di attualità supera i 19 milioni di individui ed è di poco inferiore a 18 milioni di individui quando si restringe il campo al solo mondo dell’online. Significa che un utente internet su due è un lettore abituale di informazione, cioè consulta le fonti online d’informazione di attualità almeno 4 giorni alla settimana.

Fino al 2015 la crescita della domanda di informazione online è stata trainata della diffusione delle App d’informazione su dispositivi mobili e nel corso degli ultimi quattro anni il trend si è stabilizzato sui livelli attuali. Oggi s’informa abitualmente via App il 18%, degli individui online, circa 7,3 milioni di persone, tra i quali si trovano 2 milioni che usano quasi unicamente questa modalità di accesso all’informazione di attualità. L’insieme dei lettori di notizie via device mobile è in buona parte sovrapposto a quello dei lettori dei quotidiani online.

La diffusione dell’informazione online e delle App, tuttavia, non è riuscita a contrastare il crollo dei lettori di quotidiani su carta. Inoltre, i non fruitori d’informazione di attualità sono aumentati in modo deciso negli ultimi due anni. Si tratta di persone che non si informano attivamente ma non per questo non sono esposti alla comunicazione di attualità. Essi non la cercano attivamente ma la incontrano casualmente e, in qualche modo, da lei sono inseguiti (in particolare sui social).

Negli ultimi cinque anni il potere informativo dei mezzi di comunicazione è stato influenzato dalle due grandi innovazioni del sistema: la diffusione dei Social Network e la fruizione dei contenuti online in mobilità. Dal 2017 Facebook è la seconda fonte di informazione con un’incidenza poco superiore a quella di tutto il sistema dei quotidiani online.

Nonostante il fermento del digitale, una cosa non è mai cambiata dall’inizio delle rilevazioni: il ruolo centrale e decisivo della televisione. L’esperienza recente d’incontro con una notizia, riportata spontaneamente dai lettori in risposta a una domanda su una “notizia recente che viene in mente appena ci pensi”, conferma la forza della televisione: la metà degli intervistati ricorda di aver appreso la notizia da questo mezzo, un dato sostanzialmente stabile lungo tutti gli anni ’10. L’analisi, inoltre, rivela che i mezzi tradizionali (TV, Radio, carta stampata) hanno tuttora un potere informativo maggiore rispetto al sistema dei mezzi digitali, anche all’interno dell’utenza Internet rappresentata nella ricerca.

Nel caso di un evento eccezionale (il “caso ipotetico” in risposta alla domanda su quale fonte le persone consulterebbero nel caso di un evento imprevedibile), il ruolo della TV sarebbe sostituito da Google: più della metà degli utenti online italiani partirebbe da qui per cercare informazioni nel caso di un evento straordinario appena successo (con una quota stabile negli ultimi anni). Nel caso ipotetico l’attenzione degli utenti si rivolgerebbe in maggioranza alle fonti d’informazione online, anche se TV e Radio sarebbero comunque il riferimento di un terzo degli utenti Internet. L’esercizio ipotetico mostra che il peso dell’online è cresciuto negli ultimi anni, a scapito di TV e Radio, ed è la misura della maggior confidenza degli italiani nei confronti dei mezzi digitali e del loro utilizzo quotidiano.

L’atomizzazione dell’informazione e la diffusione di singole notizie al di fuori del contenitore editoriale (la testata) ha amplificato il problema della credibilità e dell’autorevolezza delle fonti. Questo tema si ripercuote anche sui canali di diffusione delle notizie e investe con particolare forza Facebook. Il Social ha un evidente problema di autorevolezza e attendibilità: per ogni persona che incontra sul proprio feed notizie di attualità senza dubitare della qualità dell’informazione, 7 persone hanno un atteggiamento critico. Il dato è il più elevato dei mezzi analizzati e non è una peculiarità dei social (Twitter, per esempio, ha un valore molto più basso) ma un problema specifico di Facebook. I massimi livelli di affidabilità sono assegnati ai mezzi classici e ai quotidiani online, cioè la versione Web o App dei quotidiani cartacei.

I tratti dell’informazione di qualità che si aspettano gli italiani sono prevedibili: aderenza ai fatti e oggettività, competenza e accuratezza, libertà e autorevolezza. Il 40% del campione è in grado di associare al mix di caratteristiche dell’informazione di qualità il nome di una testata: tra le top 12 testate citate si contano 4 TG, 3 quotidiani di origine cartacea, 3 reti televisive, 1 trasmissione TV di approfondimento e un’agenzia di stampa. Insomma, l’informazione di qualità è tutta online ma non viene dall’online.